Per fortuna non è la mia situazione, ma siccome il mio compagno di
banco mi ha chiesto un aiutino extra per l’interrogazione di latino, io ho
interceduto per lui trovando il “Salmo d’angoscia dello Studente” di Giobbe
Covatta.
Penso potrebbe tornare utile non solo a lui, ma a tantissimi studenti
in crisi.
Signore ti supplico, illuminami
su come fare a non essere interrogato. Potrei ingessarmi e dire che sono caduto
dalle scale e non ho potuto studiare. Potrei dire che e' morto mio padre in un
incidente sul lavoro. Potrei fare una telefonata anonima e avvertire che c'e'
una bomba nella scuola. Comunque Signore, nella tua misericordia, fa' che io
non sia interpellato oggi:
- picchiami col randello della tua bonta',
- frustami con lo scudiscio della tua giustizia,
- percuotimi con la clava della tua comprensione,
- sfigurami col martello della tua grazia,
- tumefammi con la mazza del tuo amore.
Ma preservami, oh Signore, dall'interrogazione, perche' qualsiasi tua punizione, oh Signore, se oggi mi interrogano, e' nulla al confronto di cio' che mi succede quando torno a casa. Signore ti supplico, ricordati che i professori in fondo sono esseri umani, e come tali devono morire. Oh Signore, io so che nella tua infinita bonta' fai finta di non vedere, ma e' cosa risaputa che i professori sono esseri immondi. Signore, forse sei distratto, ma guarda che la professoressa di matematica ha ceduto piu' volte parti intime del proprio corpo: ella ha permesso al professore di estimo di misurare l'area di tutto il suo organismo centimetro per centimetro, perche' egli e' un estimatore; e ha educato il proprio fisico alla libidine col professore di educazione fisica; ha avuto storie col professore di storia, e geografie col professore di geografia (e non ti dico cosa ha combinato col professore di lingua)... E secondo me, o Signore, anche il professore di filosofia cede alcune parti del proprio corpo (credo che le affitti per denaro) voltando le spalle (nel senso letterale della parola) alla tua morale. Percio' Signore ti prego: accoglili in un letto di malattia, purche' essa sia perlomeno gotta, enterocolite o epatite virale. Fin dalla mattina quando mi sveglio, Signore, mi prende l'angoscia. Mi rendo conto che oggi mi interrogheranno e io, Signore, mi trovo sommerso in un mare di escrementi. Ti prego, Signore:
- ferma questa corrente di guano,
- concedimi un pattino in questo oceano di letame,
- pescami da questo fiume di eiezioni,
- lanciami una fune in questo baratro di sterco,
- regalami un salvagente in questa piscina di liquame,
- elargiscimi una boccata d'aria da una sublime bombola ad ossigeno mentre sono sommerso da rifiuti organici. Quantomeno, Signore, ti prego: visto che sono gia' nelle feci fino al collo, evita almeno di fare l'onda!!
- picchiami col randello della tua bonta',
- frustami con lo scudiscio della tua giustizia,
- percuotimi con la clava della tua comprensione,
- sfigurami col martello della tua grazia,
- tumefammi con la mazza del tuo amore.
Ma preservami, oh Signore, dall'interrogazione, perche' qualsiasi tua punizione, oh Signore, se oggi mi interrogano, e' nulla al confronto di cio' che mi succede quando torno a casa. Signore ti supplico, ricordati che i professori in fondo sono esseri umani, e come tali devono morire. Oh Signore, io so che nella tua infinita bonta' fai finta di non vedere, ma e' cosa risaputa che i professori sono esseri immondi. Signore, forse sei distratto, ma guarda che la professoressa di matematica ha ceduto piu' volte parti intime del proprio corpo: ella ha permesso al professore di estimo di misurare l'area di tutto il suo organismo centimetro per centimetro, perche' egli e' un estimatore; e ha educato il proprio fisico alla libidine col professore di educazione fisica; ha avuto storie col professore di storia, e geografie col professore di geografia (e non ti dico cosa ha combinato col professore di lingua)... E secondo me, o Signore, anche il professore di filosofia cede alcune parti del proprio corpo (credo che le affitti per denaro) voltando le spalle (nel senso letterale della parola) alla tua morale. Percio' Signore ti prego: accoglili in un letto di malattia, purche' essa sia perlomeno gotta, enterocolite o epatite virale. Fin dalla mattina quando mi sveglio, Signore, mi prende l'angoscia. Mi rendo conto che oggi mi interrogheranno e io, Signore, mi trovo sommerso in un mare di escrementi. Ti prego, Signore:
- ferma questa corrente di guano,
- concedimi un pattino in questo oceano di letame,
- pescami da questo fiume di eiezioni,
- lanciami una fune in questo baratro di sterco,
- regalami un salvagente in questa piscina di liquame,
- elargiscimi una boccata d'aria da una sublime bombola ad ossigeno mentre sono sommerso da rifiuti organici. Quantomeno, Signore, ti prego: visto che sono gia' nelle feci fino al collo, evita almeno di fare l'onda!!
11 commenti:
Ma due dritte di latino dargliele no eh :-))) ? Scherzo, è davvero divertente questo "salmo" non lo conoscevo. Aggiungo che trovo Giobbe Covatta fantastico.
Ma studiare no?
Un abbraccio!
E siamo sempre lì amica mia, ma studiare certa gente non lo fa mai?!
Baci
Ah ah ah!!!! So di chi stai parlando!!!
Spassosissimo :-)
Grazie a tutti, vedo che non sono la sola che pensa che lo studio conti!
Tornerò presto, dopo che avrò passato delle interrogazioni.
Baci!
È lui, è lui!!!
Giobbe Covatta è grande e tu sei la suaprofetessa...essa...essa...essa..
essassà.
Forse però fusse cosa migliore assà studiare nu poche....non si sape maje ce dovessero interrogà....
Riporterò pari pari il tuo commento al mio compagno di banco!
Baci!!!!!
Ai miei tempi lo avrei aiutato consigliandogli di studiare, studiare, studiare.
Bacio!
c'è qualcosa che non capisco: quando commento da te, dapprima vedo il commento e poi sparisce...
Ciao bella!
No, è che ho la moderazione. Me l'ha consigliata mio papà così evitiamo commenti magari inopportuni. Papà dice che in rete c'è gente non sempre buona e mi fido. Comunque poi i commenti li pubblico tutti ;-)
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